Nel dicembre 1975 in tutta Italia erano attive circa 100 emittenti libere.
Due mesi dopo erano diventate 580, di cui 25 solo a Milano. A giugno 1977 se ne contavano lungo la penisola 1200, che sarebbero giunte a dicembre a circa 2000.
Ben si comprende, quindi, come nella metropoli lombarda qualcuno iniziasse a domandarsi se non fosse il caso di specializzare l’offerta.
Su queste riflessioni nacque Radio Derby, che si affacciò sull’etere meneghino nei primi mesi del 1977 sugli 89,300 MHz con l’obiettivo di creare una radio interamente dedicata al calcio.
Una specializzazione solo teorica, invero, data la vastità del pubblico potenziale.
Radio Derby, fondata dall’imprenditore Eugenio Petessi (detto Alberto), s’installò in Corso Indipendenza 18 e, ovviamente, puntò da subito moltissimo sui programmi parlati, segnatamente di approfondimento sportivo, dando il meglio di sé alla domenica, con programmi in diretta con interventi e collegamenti esterni.
L’emittente crebbe velocemente e si consolidò nelle abitudini dei milanesi, al punto da decidere di ampliare la propria sfera d’azione.
Lo fece prima sperimentando trasmissioni in onde medie (1510 KHz), confidando nelle tante pocket radio AM che negli anni ’70 gli italiani estraevano dal cassetto la domenica pomeriggio per ascoltare le partite trasmesse dalla RAI e presidiando con la propria musica il monoscopio di TVI – One (Television International of Milan, UHF 58 dall’Hotel Michelangelo).
E proprio con TVI – One, Radio Derby testò il connubio di una trasmissione radiotelevisiva (ovviamente di matrice sportiva) nel primo pomeriggio della domenica.
Alla chiusura di TVI la radio tentò l’avventura televisiva in proprio con Derby Tv (UHF 22), che però non andò oltre la trasmissione del talk-show domenicale (sul modello di quello già andato in onda in precedenza) condotto dal giornalista Franco Moccagatta, già impegnato nella radio.
Entrambi gli esperimenti non diedero però gli esiti sperati e vennero presto abbandonati (pare anche per problemi contingenti dell’editore) a fronte di un consolidamento della diffusione in FM con un potente impianto da 5 Kw dall’Hotel Michelangelo, presso la Stazione Centrale (quindi in pieno centro cittadino) e testando anche l’utilizzo della frequenza 107,200 MHz, a tempi considerata “fuori banda”.
Ai programmi dell’emittente partecipavano, tra gli altri, gli attori Piero Mazzarella, Leda Celani e Roberto Marelli, insieme ai giovani speaker Franco Nisi e Francesco Cataldo e al giornalista Augusto Abbondanza (che conduceva il notiziario sportivo), mentre si faceva spazio il titolare di un negozio di dischi di Milano, tal Mario Volanti, che già frequentava un’altra stazione cittadina ( , di proprietà dell’Associazione Artigiani della provincia di Milano) e che, convinto della validità di una programmazione tematica, pensava ad un’emittente di solo musica italiana.
Nei primi anni ’80 la svolta: l’editore del tempo (il citato Petessi) decise di puntare sul localismo culturale e virò così dallo sport – che ormai aveva lasciato sempre più spazio alla classica programmazione generalista – ad un format contraddistinto da musica prevalentemente italiana condita da alcune trasmissioni in dialetto milanese, in concorrenza con la leader del segmento, (91,950 e 92,200 MHz).
In un epilogo di indifferenza si concludeva così l’avventura di Radio Derby Milano che, sul finire degli anni ’80, si trasformò progressivamente in un mero ripetitore dei programmi di Radio Italia (ritagliando finestre sempre minori di programmazione locale sul palinsesto principale della rete) in attesa dell’ennesimo progetto radiofonico da dedicarvi.
Speranza di rinascita che si sarebbe spenta definitivamente nel 2000, con la cessione a RAI, per il potenziamento di Radiouno, della frequenza 89,250 MHz.

Fonte : Newslinet.it (1) con nostri inserti.
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Ultimo aggiornamento scheda : 23.05.2023

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