Nata nell' Ottobre 1975 con sede in Via Settembrini 1 fu la radio d' esordio di Max Venegoni e Guido Monti.
Partita in maniera ben strutturata rispetto alla maggior parte delle emittenti dell' epoca, registrata come testata giornalistica puntava in maniera decisa sull' interlocuzione diretta col proprio pubblico. Frequenza 104,00 e 98,00 mhz, nel 1979 cambierà nome (e progetto) in .

dal blog (1) di Marco G. Piccinini, ex dj della radio.

... in quell'epoca alla radio si ascoltavano soltanto i tre canali della rai e qualche volta radio montecarlo che trasmetteva in lingua italiana, ma per noi ragazzi la vera novità era alla sera trovarsi nell'auto del nostro amico Leo ad ascoltare radio Luxemburg.
Non si parlava ancora dell'fm e per noi sentire quella lontana stazione radio che parlava in lingua inglese con inflessione molto slang aveva un non so ché di misterioso e affascinante.
Trasmetteva, in onde medie come la rai, ininterrottamente della splendida musica internazionale, una programmazione accurata dove gingle e speaker trascinanti hanno reso questa radio indimenticabile. Proprio in questo periodo nascevano le prime radio libere o come venivano chiamate impropriamente in quell'epoca: radio pirata solo perchè mamma rai deteneva una sorta di monopolio sulle emissioni radiofoniche.
In tutta Italia le radio libere, che sull'onda americana, utilizzavano per trasmettere la modulazione di frequenza, si contavano sulle dita forse di due mani e anche Milano aveva le sue emittenti locali.
Alcune di queste sono oggi degli affermati networks radiofonici ma quella di cui voglio parlarvi è una in particolare, si chiamava Radio Milano 4 che trasmetteva sui 104 MHz in fm.
Il quattro stava ad indicare che dopo i tre canali della rai c'era lei come quarto canale. Conobbi questa radio appena costituita per merito di un amico che prestava il suo tempo libero come tecnico per alcune registrazioni che poi sarebbero state successivamente mandate in onda e un giorno mi chiese di andare con lui.
Era il 1975 Radio Milano 4 trasmetteva da uno stabile signorile in via Settembrini, praticamente in pieno centro di Milano. Gli studi, se così si potevano chiamare, erano in un appartamento all'ultimo piano e dai vari locali era stata ricavata una sala regia, una sala adibita alle registrazioni e l'ufficio per la redazione. La sala regia e la sala per le registrazioni erano completamente tappezzate da spessi strati di lana di vetro ricoperti dai classici contenitori utilizzati per trasportare le uova, ottimo materiale usato dai complessini musicali ti quel tempo per insonorizzare a basso costo i locali adibiti a sala prove.
Nella piccola e calda sala regia c'era tutto quello che serviva: una consolle audio, due piastre giradischi, riproduttori di cassette audio e non poteva mancare il mitico registratore a bobine Revox.
Quasi sempre chi era alla regia era anche il conduttore della trasmissione e quindi oltre a cambiare i dischi doveva essere capace anche di intrattenere gli ascoltatori.
Mi piaceva quell'ambiente e mi ritrovai ad accompagnare il mio amico altre volte. La redazione della radio era gestita da un'efficientissima e dinamica ragazza. Patrizia era una bella ragazza dal fisico magro e dai capelli rosso rame appena un po' più grande di noi, il che conferiva al tutto un fascino particolare per noi ragazzi e un giorno mi capitò casualmente di assistere a come realmente funzionasse il suo lavoro, quali fossero le mansioni di una segretaria di redazione e forse lo vidi in uno dei momenti più particolari e critici propri di quel mestiere.
Patrizia organizzava tutte le attività della radio, stilava la programmazione, contattava gli sponsor per la pubblicità e le case discografiche e quel giorno successe qualche cosa che sconvolse questa sua perfetta organizzazione, vera e propria tragedia per una emittente radio: una trasmissione non poteva andare in onda a causa della mancanza del suo conduttore.
Si certo, si sarebbe potuto sopperire a questa mancanza trasmettendo del materiale preregistrato ma quella era una soluzione momentanea e il problema doveva essere comunque risolto in modo definitivo.
In poche ore venne organizzata una riunione straordinaria con tutto il personale della radio e ancora una volta, pur non facendone parte, mi ritrovai a parteciparvi anch'io. In questa occasione venne chiesto a tutti i presenti la propria disponibilità per sostituire il conduttore mancante coprendo le fasce orarie che erano state assegnate a quel programma ma tutti avevano già la propria trasmissione da condurre e non volevano di certo accollarsi un altro impegno in un orario poi non molto comodo come quello della prima serata.
Non vedendo che nessuno si offriva volontario, dopo una rapida occhiata a tutti, Patrizia si rivolse a me e mi disse “ te la senti di farlo tu? “ .
D'istinto mi guardai in giro e meravigliato da questa domanda gli dissi che mi sarebbe piaciuto molto accettare ma che non avevo esperienze di questo tipo e soprattutto non avevo mai fatto lo speaker in una radio.
Non ci mise molto a tranquillizzarmi e a convincermi di provarci dicendo che tutti i presenti,agli inizi, ben o male avevano avuto le mie stesse paure. Mi chiese poi se avessi già un'idea del genere di musica che avrei voluto proporre nel programma, visto che molti generi erano già coperti in altre trasmissioni e inoltre come l'avrei voluto chiamare.
Pensai velocemente e scelsi per prima cosa il nome della trasmissione, la chiamai “Black Soul” e la programmazione sarebbe stata di musica prettamente di colore, genere blues e soul. Approvato da tutti il mio debutto radiofonico sarebbe stato il martedì successivo dalle 21 alle 23 appena dopo il notiziario serale delle 20.30.
Patrizia, a conferma del mio ingresso nella radio, mi consegnò un foglio con segnati gli orari in cui dovevano essere mandati in onda categoricamente gli annunci pubblicitari. La pubblicità per le radio private era l'unico modo di sostenersi economicamente ed era per questo motivo che occorreva tassativamente rispettarne i preziosi contratti.
Gli spot pubblicitari e i gingle erano quasi tutti registrati su cassetta e bisognava procurarseli prima della trasmissione. La sala registrazioni era anche dove venivano riposti e classificati tutti i dischi di proprietà della radio, quelli che, in pratica, venivano forniti dalle case discografiche per fare promozione ma molti conduttori di trasmissioni con generi musicali non proprio standard erano obbligati a portarsi i propri perchè l'archivio della radio non offriva granché come musica internazionale e innovativa e così feci anche io.
Qualcuno l'avevo ma non erano sufficienti per una trasmissione di due ore, quindi andai a trovare il mio fornitore ufficiale di dischi il quale, oltre a vedermi sempre con piacere è stato molto contento dal fatto che gli lasciai, da quel giorno, un bel po' di denaro.
Tutto è successo un venerdì avevo soltanto tre giorni a disposizione per preparare una cosa che non avevo mai fatto: una trasmissione radio.
Finalmente arrivò la giornata del mio debutto, dopo avermi fatto vedere sommariamente come funzionavano le cose basilari ero pronto per entrare nella sala regia. Una volta dentro non si poteva abbandonare la postazione neanche per un minuto ed erano due lunghe interminabili ore quindi una capatina prima in bagno era di rigore.
Stava andando in onda il notiziario della sera registrato sulle bobine del Revox, avevo si e no circa quindici minuti prima che toccasse a me.
Mi posizionai davanti al mixer, tirai fuori i miei dischi e li misi tutti a portata di mano ordinati nell'ordine in cui poi li avrei mandati in onda, calzai le cuffie e mi sistemai il microfono all'altezza della bocca.
La mia trasmissione come tutte le trasmissioni che si rispettano doveva avere anche lei una sigla e mi ricordo ancora che scelsi “Heven be me missing an angel” dei Tavares, presi il quarantacinque giri e lo misi sul piatto e posizionai la puntina già sollevata sopra la prima traccia del disco, oramai mancavano solo pochi minuti.
Mi avevano avvisato che in cuffia avrei sentito tutto ciò che andava in onda e quindi anche la mia voce e a questa cosa in particolare avrei dovuto abituarmi.
Il notiziario stava per finire e dopo avrei dovuto mandare in onda un paio di pubblicità, avevo ancora qualche minuto. Ok, era arrivato il momento, feci scendere lentamente la puntina sul disco che stava già girando sul piatto e tirai su il cursore del mixer.
La mia trasmissione stava per avere inizio i Tavares erano in onda e io avevo una fifa boia. Dopo qualche secondo abbassai il volume della musica lasciandola in sottofondo e alzai quello del microfono, con quel gesto si era aperto davanti a me un mondo fantastico che non potevo neanche immaginare.
La prima volta era andata bene ma le successive andarono ancora meglio. Trasmissione dopo trasmissione diventai sempre più spigliato, riuscivo addirittura a dialogare con gli ascoltatori parlando soltanto io. La mia black soul piaceva al punto tale che mi proposero di farne una versione notturna in diretta.
Oramai ero lanciatissimo e non mi feci scappare questa nuova opportunità annoverandola tra le esperienze più entusiasmanti. Radio Milano 4 si distingueva dalle altre radio libere per i suoi programmi fatti prevalentemente di dediche e allora perchè non sfruttare, anche nelle ore notturne,questa particolarità che piaceva tanto al pubblico?
Il turno notturno iniziava alle 23 e proseguiva fino all'una di notte. Il programma era il solito genere musicale proposto nella black soul pomeridiana, anche se lentamente scivolò inesorabilmente nella discomusic d'importazione, ma con l'aggiunta però delle dediche in diretta. Gìà dalla prima volta il tempo volò in un lampo, ricevevo telefonate dalle persone più disparate, dal ragazzo che voleva dedicare il prossimo disco alla fidanzata all'infermiere che aveva il turno in corsia e voleva un po' di compagnia, dalla nonna che faceva gli auguri di buon compleanno al nipotino ai sorveglianti notturni delle aziende a cui il tempo a loro invece non passava mai.
In ogni caso non si trattava di telefonate soltanto per una dedica ma inaspettatamente si instaurava una sorta di dialogo tra me e quelle persone senza di fatto conoscersi e dalle loro voci si percepivano persone esuberanti o tristi, persone sole o simpatici compagnoni. Ho sempre creduto che la notte avesse un fascino particolare che ogni cosa si facesse di notte prendesse un'importanza diversa che fatta di giorno e quell’atmosfera la ricordo piacevolmente anche ora.
Inutile dire che quell'ambiente era terribilmente stimolante, mi ci trovavo benissimo ed ero perfettamente a mio agio.
La novità delle prime radio private faceva si che gravitassero intorno a questo mondo un firmamento di persone delle più svariate, dai personaggi famosi dello spettacolo e cantanti che dovevano promuovere il loro ultimo disco a soltanto dei simpatizzanti incuriositi da come potesse funzionare una radio.
Vidi questa emittente crescere giorno per giorno e passai una splendida estate in compagnia di lei e a dei fantastici amici ma poi, anche in questo caso, come tutti i bei sogni anche questa bella storia si concluse.
La radio fu venduta e poi in breve tempo scomparve definitivamente dal panorama radiofonico milanese. Questo che vi ho raccontato vuole essere soltanto un doveroso tributo a quello che è stato uno dei periodi più belli della mia gioventù che ricordo ancora con piacere e con un pizzico di nostalgia.




Da Newslinet.it (2) :

... C’era però un’altra stazione di un certo peso: , con sede in Via Settembrini 1.
Era la quarta radio milanese per nascita, tanto che inizialmente aveva assunto la denominazione di Radio Milano 4 ed aveva avviato le trasmissioni nell'ottobre 1975 con il claim: "Da oggi esiste una nuova stazione radio con un bravo speaker: tu! Radio Milano 4 modulazione di frequenza 98,000 MHz. E' la tua voce, la voce di Milano, Radio Milano è il tuo quarto programma".
Pur avendo dato i natali radiofonici a conduttori che sarebbero poi divenuti emblema della radiofonia commerciale, come Max Venegoni e Guido Monti, essa era da tempo alla ricerca di un’identità editoriale più marcata.
Il progetto ambizioso era infatti immediatamente inciampato nella disattenzione imprevista di un pubblico che si pensava molto più partecipativo, come dimostrato dalla dichiarazione resa dalla coordinatrice dei programmi di Radio Milano 4, Patrizia, a Marco Gaido per il libro-inchiesta “Radio Libere? La prima vera inchiesta e storia delle radio libere in Italia e nel mondo” (Arcana Editrice, Roma, 1976): “Quando la nostra emittente è partita voleva diventare la radio di Milano, con partecipazione diretta del pubblico alla gestione; ma quando abbiamo sollecitato la gente a dare consigli su come fare al meglio, su cento ne ha risposto uno”.
(1) (2)

Ultimo aggiornamento scheda : 17.10.2023

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