Il 25 giugno 1975, sui 103,000 MHz, prendono il via le trasmissioni della seconda radio privata milanese: Radio Montestella, titolata alla famosa montagnetta di San Siro (una collinetta artificiale – tra i simboli della Milano industriale - formata con le macerie dei bombardamenti della Seconda guerra mondiale e con altro materiale proveniente dalla demolizione degli ultimi tratti dei bastioni).
A fondarla, dopo essere stato folgorato dall’avvio dei programmi, 3 mesi e mezzo prima, di sono Jimmy Sabatini, proprietario di una pizzeria, e Nicodemo Micalizzi, un radiotecnico milanese.
La sede è in via Foppa a Milano, esattamente nel salotto di Sabatini.
Sfrattati a breve dalla moglie di Jimmy che – comprensibilmente – non vedeva di buon occhio l’andirivieni di personaggi di ogni specie nella propria abitazione, la stazione si sposta prima in Via Solari 60 e poi in Via Cristoforo Colombo.
Curiosamente, in un etere libero, Radio Montestella si trova immediatamente interferita da altre emittenti che trasmettono a 103 MHz.
Secondo la tesi di Storiaradiotv (2), ciò fu dovuto al fatto che il tecnico Micalizzi, fiutato il business della commercializzazione di trasmettitori, aveva fornito analoghi apparati a Radio Baby di Seregno (che iniziò le trasmissioni nemmeno un mese dopo, il 14 luglio 1975) e a Radio Nord Milano 22 di Desio.
“Il problema era che Micalizzi al tempo riusciva solo a far funzionare i suoi trasmettitori a 103 MHz”, spiega il portale di Massimo Emanuelli e il gruppo di Fb dedicato a Radio Baby 103.
La questione, come facilmente prevedibile, crea presto tensioni fra i soci che, in breve, prendono strade diverse: Micalizzi entra nel promettente mercato delle apparecchiature di trasmissione broadcast, Sabatini, invece, prima cerca altri soci, ma nella tarda primavera dell’anno successivo decise di cedere tutto ad un giovane milanese che stava cercando di entrare nel settore radiofonico. Enzo Campione, allora ventiseienne fresco di laurea, stava cercando di costruirsi un futuro nel settore editoriale e la radio gli pareva il mezzo di comunicazione più promettente.
“Mentre frequentavo l’università disputavo gare di motocross, facevo il giornalista sportivo per le riviste specializzate del settore – ricordava qualche anno fa a Millecanali (n. 230/1994) - e la nascita delle primissime radio mi interessò proprio dal punto di vista giornalistico, per curare una trasmissione sportiva sulle moto.
Non mi prese sul serio e così approdai a Radio Montestella, di Jimmy Sabatini, pizzaiolo di Via Solari.
Quasi subito comprai da lui il 50% delle quote e, dopo tre mesi, anche quelle rimanenti”.
Campione capisce da subito che se si vuol emergere dall’anonimato bisogna fare le cose sul serio, cosicché sostituisce il trasmettitore Teleservice (la ditta di Micalizzi) con un costoso ma affidabile Rohde & Schwarz (“Il Teleservice sistematicamente si fermava o andava fuori fase: in quei casi Jimmy, invece di usare opportunamente l’accordatore, come ci era stato spiegato, gli dava più sbrigativamente un gran pugno e quello ricominciava immediatamente ad andare benissimo”, ricordava Campione a Millecanali).
La frequenza viene portata a 103,100 MHz per distanziarla da quella di Radio Baby 103 e la sede viene definitivamente trasferita in Via De Amicis 28.
La radio prende immediatamente una piega diversa: apparecchiature professionali (piatti Russko a partenza istantanea, microfoni Neumann, mixer Siemes, registratori Studer), studi di grido (lì verranno girate numerose scene del film "Italian Boys" di Umberto Smaila, speaker e giornalisti di fama che arrivano da altre esperienze di rilievo : Franco Moccagatta (TVI e Tele Milano 58), Pino Beccaria ( ), Mila ( ), Gianni Pettenati (quello di Bandiera Gialla).
La radio in un battibaleno si pone al vertice dell’audience milanese.
Sul piano contenutistico Campione dà il massimo: “I risultati attuali vengono a premiare una politica di gestione della radio che è stata sempre rigorosa ed ordinata – dichiarava alla rivista Stereo Guida nel 1979 – Non abbiamo mai lasciato nulla all’improvvisazione.
Anche per quel che riguarda il settore informativo e di cronaca abbiamo operato una scelta qualitativa: o si abbozzava qualcosa che poteva sembrare un giornale radio o si faceva un giornale radio serio e curato da professionisti”.
E così è stato, visto che dall’ottobre 1976 i numerosi giornali-radio di Montestella sono curati da un’apposita redazione del “Giornale Nuovo” di Indro Montanelli , che addirittura pensa di esportare il modello vincente della radio di Campione in altre metropoli.
Per dir la verità, un abbozzo di collaborazione interregionale c’è già, visto che alcuni programmi di Radio Montestella vengono veicolati da Radio Torino International 103,3 (che nel 1978 trasmette il sabato pomeriggio la Hit Parade di Montestella in interconnessione) e Radio Genova Sound (l’indagine Directa del 1978 assegna ben 500.000 ascoltatori al giorno ai programmi diffusi in sinergia).
Mentre la massima parte delle radio private si fonda su lavoro volontario o nero, a Montestella ci sono quattro dipendenti fissi e molti collaboratori retribuiti per garantire un palinsesto stabile e di alto livello.
I risultati pubblicitari sono fenomenali: la radio trasmette gli spot dei big spender milanesi e lombardi ed una quota rilevante dei caroselli è occupata da pubblicità nazionale .
Anche l’approvvigionamento musicale non è un problema: al piano terra di Via De Amicis 28 ci sono i negozi Merak Music, sicché basta prendere l’ascensore per recuperare il disco fresco di arrivo.
L’esperienza positiva di Montestella spinge Campione a fondare la Atorn, una delle prime società di produzione di spot e programmi radiofonici e nel 1981, proprio attraverso di essa l’editore crea la sua prima concessionaria radiofonica, assumendo la gestione pubblicitaria di 20 grandi radio locali.
Ormai lanciato verso l’olimpo della pubblicità nazionale, Enzo Campione realizza una joint-venture con le due principali concessionarie di pubblicità dell’epoca: Radio Video delle Edizioni Paoline e la STP di Lorenzo Nicolini.
Da lì nascerà Divisione Radio Italia, di cui Campione sarà azionista e a.d. dal 1982 al 1987.
Nei primi anni ’80 Montestella rimane ai primi posti degli ascolti cittadini; d’altra parte , ai suoi microfoni ci sono professionisti quali Luca Dondoni, Marco Galli, Linus, Alberto Crippa, Massimo Valli e Giacomo Cassina.
Seguitissimo è, nel primo pomeriggio, il programma del cabarettista Giorgio Porcaro, di cui siamo riusciti a recuperare uno spezzone (3) .
Radio Montestella sviluppa anche una stretta sinergia con le Edizioni Mursia (Fiorenza Mursia è la moglie di Enzo Campione) le cui promozioni editoriali si sentono con grande frequenza (indimenticato il segnale orario di Montestella: “Sono le ore 10.00. E’ ora di leggere un libro Mursia”).
Radio Montestella è anche la prima emittente a trasmettere musica in digitale.
Nel 1982, in un apposito programma del primo pomeriggio la stazione milanese propone i pochi cd disponibili sul mercato: The Visitors degli ABBA è così il primo brano musicale digitale trasmesso da una radio italiana.
Tuttavia, la competizione si sta facendo serrata ed alcune grandi emittenti milanesi, come , cominciano a guardare allo sviluppo nazionale o interregionale.
Campione lo capisce e cerca di espandere il segnale. L’emittente - che per colmare alcune deficienze di sintonizzazione dovute alle interferenze esterne si era nel frattempo dotata di una diffusione integrativa (sempre da Via De Amicis) su 93,400 MHz – installa un impianto da 2 kW a Montevecchia a 103,350 MHz.
Nel 1982, però, arriva una bruttissima battuta d’arresto: RAI attiva un impianto a 103,000 MHz da Monte Penice per il servizio regionale sul Piemonte che, tuttavia, sinistra pesantemente il 103,100 MHz di Milano di Montestella che, nonostante i 10 kW di potenza con un sistema Fisher di 4 cortine di 4 direttive a 4 elementi ciascuna, poste a coprire un angolo di 360° a 90 metri d’altezza, non riesce più a servire tutta la città (nemmeno aiuta il 93,4 MHz, che pure è fortemente interferito da emissioni concorrenti).
Complice l’intervenuta chiusura di a 103,300 MHz, Montestella si sposta così a 103,200 MHz, tornando a respirare.
Ma la soluzione temporanea non basta ad Enzo Campione che deve sviluppare la rete se vuol mantenere le posizioni.
Così, dopo l’infruttuoso tentativo di portare la frequenza 103,350 MHz in Valcava (determinando la dura reazione di Radio Sound Music-Rete 8 di Varese, che da quasi un decennio occupava i 103,400 MHz dal Campo dei Fiori di Varese), l’emittente decide di espandersi attraverso i 93,400 MHz, che risintonizzati a 93,300 MHz (a seguito dello spegnimento di ) vengono potenziati.
Montestella acquisisce intanto la proprietà di Radio Torino International (103,300 MHz) e dal 1° settembre 1986 punta alla rete interregionale con il marchio Montestella Radio Action .
Per l'occasione, oltre a Torino International, vengono acquisite la frequenza 103.150 MHz di Como di Radio Popolario, la frequenza 88,650 MHz di Radio Odeon Varese (che irradia anche su Novara) e quella di Radio International Crema su 93,300 MHz da Monte Penice (per le province di Cremona, Piacenza, Pavia).
Dichiara Luca Dondoni a Millecanali nel settembre 1987 (n. 151): "Montestella Radio Action vuole essere un'emittente del tipo di quelle che in America definiscono light, vale a dire leggera, piacevole da ascoltare, adatta a un pubblico né troppo giovane né maturo, senza eccessi né specializzazioni particolari nella programmazione musicale".
Dondoni dichiara a MC che l'obiettivo della rete, dopo il collegamento di Genova (a 92,800 MHz) è di espandersi in Veneto ed Emilia Romagna. Ai microfoni della nuova versione della seconda radio milanese ci sono oltre a Giacomo Cassina , Patrizia Giangrand, Maurizio Rosso, Fabrizio Saccomani, Massimo Valli, Simona Marazzi, Mila Jelmini.
Ma Campione è concentrato sul nuovo business della pubblicità radiofonica nazionale e non ha tempo a sufficienza per Montestella, che per svilupparsi ne necessita troppo.
Va infatti ricordato che in quel periodo sia Divisione Radio Italia che SPER - cioè le due principali concessionarie di pubblicità radiofonica nazionale - si sono dotate di una rete di interconnessione via etere per trasmettere in diretta programmi e spot alle stazioni in concessione pubblicitaria, di fatto creando vere e proprie syndication.
Così, lentamente, nonostante l'espansione del segnale, Montestella Radio Action comincia a calare vertiginosamente negli indici d’ascolto.
Nel 1988, Campione, in concomitanza con l’avvio della sua nuova concessionaria Radio e Reti (di cui è presidente ed azionista di maggioranza), decide di utilizzare la frequenza 93,300 MHz per supportare l’arrivo del network bolognese emergente Lattemiele, di Franco Mignani.
Fallito l’esperimento Montestella Radio Action, si ritenta sul finire degli ’80 un tiepido rilancio con un format “rosa”.
Montestella diviene così “la radio in rosa”: solo voci femminili per un’emittente fatta solo da donne per le donne (all' allegato (5) jingle dell' epoca ).
Anche questo esperimento però non funziona e la stazione sdrucciola verso un’anonima programmazione musicale condita coi jingles più antichi, quelli prima dello sfortunato esperimento Montestella Radio Action.
E’ l’agonia. Di lì a poco, l’emittente (dopo aver venduto la rete a 93,300 MHz a della Diocesi di Milano) viene acquistata da Mario Volanti di (e Campione acquista quote di Radio Italia) che, come fu per la storica , non la valorizza adeguatamente.
Nel 1996 la fine: la frequenza 103,200 MHz passa a RAI per il servizio Isoradio e dopo un periodo a 91,700 MHz, il marchio sparisce per sempre dall’etere nella totale indifferenza.
Si chiude così nel modo peggiore l’esistenza di una radio nata seconda e mai riuscita ad arrivare prima.

Fonte : Newslinet.it (1) con nostri inserti.

All' allegato (5) spezzoni della "Hit 103" del 21 Marzo 1982 condotta da Nino Rosà

All' allegato (6) Intervista tratta dal canale Youtube "Milano in Fm *Seventies-Eighties*" a Enzo Campione, storico editore della Radio.
(1) (2) (3) (4) (5) (6)

Ultimo aggiornamento scheda : 06.12.2023

per segnalazioni : info@mi-radio.it