Fonte: Newslinet.it con nostri inserti :

L' emittente è fondata nel settembre 1976 dal giornalista Mario Luzzatto Fegiz, reduce dall’esperienza di dal cui nucleo tecnico-editoriale (e sulla cui consistenza impiantistica) aveva avuto origine dopo una sofferta scissione causata da contrasti tra una linea editoriale moderata (voluta dai soci che facevano riferimento alla sinistra storica) ed una più dura (vicina alle idee di Lotta Continua).
Con Radio Regione Luzzatto Fegiz (all' allegato (1) intervistato dalla Rai nel 1987 sul tema Radio democratiche) vuole riprendere, in chiave più organizzata e professionale, il modello di Radio Milano Centrale (tanto che la denominazione della testata registrata al Tribunale di Milano è “Radio Regione Nuova Milano Centrale”).
Non irrilevante il fatto che l’idea di una nuova esperienza radiofonica è maturata nel ventinovenne giornalista di origine triestina dopo una permanenza di sei mesi negli USA.
Lì, infatti, egli deve aver verificato sia il successo delle radio “talk” - consolidatesi dagli anni ’30 e ’40 - che delle più recenti “all news”, affermatesi nei tardi anni ‘60.
In effetti, la classica emittente libera italiana a sfondo politico è ancora un grezzo mix di musica (rigorosamente impegnata) e programmi informativi di approfondimento caratterizzati da una fortissima interazione con gli ascoltatori attraverso il telefono, sfruttando con successo la lacuna dei programmi RAI, ancora asettici e distaccati dal pubblico.
Luzzatto Fegiz ha evidentemente capito che, col tempo, quel modello segnerà il passo: la competizione e la maturazione degli ascoltatori e del mercato esigeranno presto un servizio più professionale e caratterizzato.
Date le premesse, Radio Regione ha in nuce l’obiettivo di un formato esclusivamente talk, anche se, non essendo il mercato italiano ancora pronto ad una scelta così drastica, l’abbandono integrale della componente musicale non è ancora pensabile. E ciò nonostante si operi in un ambito metropolitano, quindi altamente competitivo e ideale per iniziative ad elevata specializzazione: non a caso, in breve, si affermeranno prodotti come (Jazz), (rock), (disco), (musica e programmi in dialetto milanesi) e (musica melodica).
Anche sul piano tecnico l’esperienza di Radio Milano Centrale ha insegnato molto: il nuovo progetto parte infatti con un assetto broadcast di buon livello, con un impianto da 1 kW (presto portati a 2 e poi a 5) a 91,000 MHz e un array di 6 dipoli presso il centralissimo Hotel Michelangelo, che diventerà una delle postazioni più ambite di Milano fino al suo smantellamento all’inizio del nuovo millennio.
La frequenza, ancora scarsamente presidiata in molte zone della Lombardia, permette l’ascolto dei programmi di Radio Regione anche in vaste zone della Brianza lecchese, comasca e milanese e in territori delle province di Bergamo, Pavia e Cremona.
La sede, collocata inizialmente in Via Mameli 15 , è presto trasferita negli ampi locali di Viale Fulvio Testi, al numero 75 .
Della partita sono ovviamente molti collaboratori della prima ora di Luzzatto Fegiz: giornalisti radiofonici emergenti tra i quali si annoverano Daniele Biacchessi (ex ), Massimo Villa (già a ), Fabio Santini (proveniente da ), Lorenzo Ticca e Maurizio Cosmi, ma anche personaggi della musica, come Alberto Camerini ed Eugenio Finardi.
Direttore della testata è Alessandro Caporali.
La stazione inizia i programmi con un palinsesto informativo regolare e stabile (cosa non frequente, ai tempi, soprattutto tra le emittenti di sinistra): 4 notiziari giornalieri, di cui due a carattere locale (7.30 e 10.30), uno vario (12.45) e uno, con collegamenti esterni, della durata di 40 minuti (sic!) alle 19.00 ("La giornata a Milano e in Italia"), la cui collazione dei contributi principali forma un rotocalco settimanale ("La settimana a Milano e in Italia"), in onda la domenica alle 12.45.
Vivace anche sul piano commerciale, l’emittente dapprima aderisce a Milano 5, l'iniziativa promozionale della concessionaria pubblicitaria A. Manzoni & C. per vendere cumulativamente a 5 radio importanti milanesi ( , , , e, appunto, Radio Regione) e poi propone essa stessa il progetto “radio in pool” per la vendita a pacchetto di spot su un minicircuito di cinque radio democratiche della provincia di Milano (Radio Regione di Milano, di Cinisello Balsamo, di Corsico e di Paderno Dugnano).
Le iniziative però non funzionano e Radio Regione prosegue quindi in autonomia la faticosa ricerca delle fonti per il proprio sostentamento.
L’emittente è professionale e costa molto, ma, nonostante la profusione di energie, non riesce ad emergere in maniera netta nel panorama fortemente occupato dai concorrenti diretti (in primis ).
Anzi, a rendere più accanita la competizione, si è nel frattempo aggiunta alle stazioni esistenti , un progetto di radio metropolitana a forte caratterizzazione informativa, addirittura articolato su due reti (Radio Città 1 e Radio Città 2).
Nel 1981, per uscire da una crisi d’identità ormai cronica, la società editrice decide di portare a compimento l’iniziale progetto di una all-news, abbandonando la componente musicale a favore di un palinsesto esclusivamente dedicato all’informazione.
Il 1° febbraio 1982 Radio Regione diviene quindi ufficialmente la prima radio all-news lombarda (e forse italiana).
“Radio Regione ha scelto l’informazione come unico servizio all’ascoltatore – spiega una nota di presentazione della nuova linea editoriale – Attraverso passaggi intermedi è arrivata all’attuale formula di “Notizie non stop”. L’aggiornamento avviene ogni 45 minuti e in caso di notizie particolarmente importanti il notiziario in onda può essere interrotto in qualsiasi momento per essere sostituito con uno più aggiornato. Esistono due principali appuntamenti giornalistici: il “Giornale” che varia da 15 a 20 minuti, con notizie meglio sviluppate, interviste e corrispondenze.
C’è poi il programma di informazione continua che permette in sei minuti di conoscere le principali notizie e gli aggiornamenti.
In genere in sei minuti vengono inserite almeno 15 notizie in breve”.
La copertura informativa è massiccia: giornali radio ogni ora dalle 6.50 alle 18.50.
Inoltre, tutte le sere, dalle 21.30 all’1.30 di notte l’emittente riprende i programmi di maggior spessore informativo (internazionale) di importanti emittenti quali la BBC, la Voice of America o Radio Luxembourg.
L'emittente mette in piedi anche l'embrione di quello che sarà il futuro network nazionale del PCI attraverso collegamenti quotidiani con Radio Blu di Roma per quanto riguarda l'attività del Parlamento e dei partiti, mentre Radio Mach 5 (Limbiate - Mi), , e Radio Stella Caravaggio (Bg) inseriscono quotidianamente 6/7 notiziari di Radio Regione nel proprio palinsesto.
"Vogliamo fare informazione secondo i canoni del giornalismo anglosassone - dichiara il direttore Cosmi a Millecanali (n. 90 giugno 1982) - quindi usiamo periodi brevi, stringati, di estrama semplicità: non il solito bla bla, ma informazioni brevi, concise che servano".
Osserva la rivista in un commento: "Va da sé che un'emittente così strutturata va ascoltata a piccole dosi, anche perché è inevitabile che, insieme alle notizie fresche, un ascolto contonuo registri anche doppioni e ripetizioni.
Radio Regione si pone però come un utile punto di riferimento per chi, 24 ore su 24, vuole l'aggiornamento, il fattaccio di nera appena accaduto, la notizia nuova".
A dispetto di ciò anche la nuova formula fatica a prendere piede, anche se va detto che molti problemi derivano dalla progressiva difficoltà di sintonizzazione dei 91,000 MHz che, dal 1983 iniziano a soffrire l’invadenza di numerosi segnali concorrenti dalle province limitrofe ( da Lainate e Valcava, rispettivamente a 90,950 MHz e 91,050 MHz; Radio Studio Vivo da Brunate a 90,900 MHz; da Roncola a 91,100 MHz).
E’ l’inizio, per Radio Regione, di una lenta agonia.
Il 21 aprile 1986 il "non stop news" si interrompe e lascia spazio ad una selezione musicale continua.
Millecanali (giugno 1986, n. 138) dedica al fatto un articolo: "La radio vicina al PCI che aveva scelto la strada di trasmettere solo notizie ha interrotto le trasmissioni.
Dopo un black out tecnico agli impianti, le trasmissioni di informazione non sono più riprese e hanno lasciato spazio solo a un nastro musicale.
Il silenzio radio non trova concordi spiegazioni. La Elle Edizioni, società che ha rilevato l'emittente alla fine dell'anno scorso, parla di una pausa di riprogettazione della radio, mentre gli operatori sostengono che le richieste fatte dalla proprietà di adottare un nuovo palinsesto erano state da loro accolte.
La vicenda di Radio Regione, presente a Milano da 11 anni, è forse collegata al progressivo abbandono del PCI del mezzo radiotelevisivo privato, già manifestato recentemente anche in Lombardia con la cessione della rete televisiva TRM2".
In effetti, la stazione milanese non si rimette più in sesto e, due anni dopo, viene cooptata nel progetto nazionale Italia Radio in cui si stempera.

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Ultimo aggiornamento scheda : 18.03.2024

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